Diego Belotti coach

chi sono

Ognuno ha
la sua storia.

Ciao sono Diego.

Come molte persone lì fuori, anche io ho una mia storia, fatta di alti e bassi, di scoperte e fallimenti ma sopratutto di grandi svolte… Lascia che ti racconti un pò di me.

 

Forse ti piacerebbe sentirti dire che ho sempre fatto le scelte giuste, che i miei studi e la mia carriera sono andati via lisci e in un unica direzione e magari potrei raccontartelo per farti contenta e darti l’illusione che sia sempre così…

 

Beh mi dispiace ma sarò onesto: Non ho avuto le idee chiare fin da subito e ciò mi ha portato a sperimentare, guardando la vita da angolature diverse e molto spesso prendendomi la responsabilità di scelte coraggiose, sofferte e inusuali…

 

E se anche tu ti trovi qui, probabilmente rappresenti come me quel 2% della popolazione mondiale che si mette sempre in gioco in qualcosa di nuovo e non per forza facile.

 

Considerata la mia gggiovane età (quasi dai) ho collezionato un pacco di occupazioni diverse: Sono stato barista, cameriere, volontario, animatore, designer, product specialist, trainer e viaggiatore…

 

No, non sono pentito di queste esperienze, anche perché  quello che ho vissuto l’ho sempre fatto al massimo mettendoci tutta la passione possibile.

 

Un unica certezza.

Sopratutto perché mi hanno permesso di esplorare a fondo il mondo del lavoro e di capirne bene le dinamiche arrivando alla conclusione che: Viviamo in una società iper competitiva che ci giudica e ci butta addosso tante responsabilità, una società in cui arrivi a credere di dover essere perfetto.

 

E chi lo dice?

Ce lo insegnano la scuola, la società e persino i nostri cari, che pur “volendo il nostro bene” a volte ci ripetono frasi e insegnamenti mnemonici che “non ci fanno bene.”

 

E allora cresci con tante bellissime convinzioni appiccicate in testa, cercando di farti largo nel mondo dei grandi, quello del lavoro.

 

Ho sempre dato il meglio.

E anche io “A mi manera” ho cercato di dare il meglio di me stesso e di dimostrare il mio valore alle persone che amavo, sopratutto a mio padre:

 

Una persona che, nell’arco di una sontuosa carriera lavorativa ha occupato cariche di rilievo assoluto, ottenuto massime onorificenze dello stato e collezionato attestati di stima da destra a manca, praticamente un totem vivente!

 

E se anche tu, ti ritrovi con un genitore così in casa, il minimo che pensi di dover fare è ottenere gli stessi successi, anche solo fosse una piccola percentuale dei suoi traguardi e cosa ancora più tosta, è che lui o lei vorrebbe lo stesso per te!

 

Non importa se te lo ha detto direttamente, lo pensa davvero, o sei solo tu che lo immagini, quello che conta è che tu credi sia così, e ciò ti porta inevitabilmente a fare di tutto per farti voler bene! 

 

Non sto affermando che l’abbia fatto con cattiveria o che non ti voglia bene; Semplicemente si comporta con te, come i suoi genitori hanno fatto con lui o lei.

 

Torniamo alle mie sfide.

All’età di 26 anni, dopo tante esperienze, sono riuscito ad ottenere un’ottima posizione lavorativa presso una grande azienda italiana; mi occupavo di formazione estera parlando le lingue e imparando a relazionarmi con persone di ogni razza e estrazione.

 

Certo non è stato semplice, vista la mia esperienza troppo generica, la mia giovane età e il poco supporto che ricevevo.

 

Difatti all’inizio qualche figura barbina l’ho fatta, poi un pò alla volta, ho imparato ad improvvisare soluzioni e ad affrontare le mie performance lavorative che andavano dall’ organizzare corsi alle cene di rappresentanza, ai meeting e viaggi di aggiornamento nelle filiali.

 

Devo dire che sono diventato abbastanza bravo a farlo ed ho iniziato ad affinare le mie tecniche e conoscenze sempre di più, rendendomi conto di una cosa fondamentale:

 

Nei miei successi in azienda, il mio atteggiamento e l’approccio mentale, avevano molta più rilevanza di quello che sapevo o di quanto mi preparasi tecnicamente!

 

Ma c’era un piccolo particolare.

ero sempre preoccupato, stressato e tutto ciò  iniziava a pesarmi.

Iniziavano a pesarmi anche le responsabilità, volevo che tutto fosse sempre sotto controllo e perfetto e pensavo che ciò che facessi, non fosse mai abbastanza.

Non era semplicemente il mio lavoro, ma un modo per dimostrare a tutti che io ero all’altezza e ciò non mi sembrava sano.

 

Fu così che, ad un corso gratuito di Coaching (a cui presi parte quasi per caso) mi si aprì la mente e capii tutto ciò che c’è di sbagliato nell’ approccio della nostra società al mondo del lavoro e iniziai a guardare con occhi diversi e in modo più intelligente i concetti di:

 

  • Fallimento.
  • Responsabilità.
  • Sensi di colpa.
  • Manie di controllo.
  • Perfezionismo.
  • Convinzioni limitanti.
 

E sì, fu proprio quel giorno, in un elegante sala ricca di ornamenti e parati color rosso fuoco, ascoltando divertito il trainer che parlava sul grande palco, che pensai:“Questo è il mio lavoro ed è ciò che voglio fare da grande!”

 

Mi resi conto in quegli istanti, che tutte le mie esperienze passate avevano un significato ben preciso ed era arrivato il momento di condividere ciò che avevo imparato.

 

Oggi sono felice.

Oggi sono un coach professionista e vivo bene la mia vita. Ovviamente non sono un supereroe e mio padre continua a essere una figura ingombr… ehm, importante della mia vita, e anche io come tutti ho ancora tante sfide da affrontare, ma lo faccio in un modo completamente diverso!

 

E aiuto persone come te, che vivono male il loro approccio al lavoro, dandogli una visione diversa e rilassata delle responsabilità e aiutandole ad affrontare in maniera corretta le sfide professionali di tutti i giorni.

 

Da buon ex perfezionista (ahaha) ti posso assicurare che non lo faccio a casaccio, bensì attraverso un metodo collaudato che ho usato per me stesso e molte persone che si sono rivolte a me.

 

Se ti interessa scoprire il mio metodo, prenota qui una sessione online gratuita.

 

Non vedo l’ora di conoscerti, a presto!